Fatalità - Ada Negri

fatalità

Esordio di feroce passione, Fatalità è un inno di appartenenza sociale e sentimento impetuoso. Ada Negri, “vergine rossa” della lirica nostrana, esprime l’opposizione fra mondo e soggetto con un approccio profetico e inquieto. L’alternanza di endecasillabi, settenari e rime baciate determina il vasto sguardo dell’autrice che si immerge nelle miserie di un popolo oppresso, vinto e travolto, abbracciandolo con il conforto di una tenera madre. Il sentimento e il dolore, canto dopo canto, riflettono originalità e dolcezza. Fatale amore, desiderato e negato, conteso e travolto; ogni poesia è speranza che sussurra a gran respiro il “primo grido, incomposto e violento” della sua anima.

Ada Negri (Lodi, 1870 – Milano, 1945), attraverso le sue opere in poesia e prosa, denunciò la miseria dei contadini, lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche e la condizione della donna. La grande accoglienza di pubblico e critica le valse la candidatura, per ben due volte, al Premio Nobel per la letteratura, il Premio “Mussolini” per la carriera nel 1931 e l’ammissione, come prima e unica donna, all’Accademia d’Italia nel 1940. Tra le sue opere: le raccolte di poesie Il libro di Mara (1919) e I Canti dell’Isola (1924), il romanzo autobiografico Stella mattutina (1921) e la raccolta di racconti Le solitarie (1917).
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