Poesie per l'avvenire

Poesie
per l'avvenire

Poesie per l’avvenire è il titolo della seconda raccolta poetica dell’autore Gerardo Benedetti. Quest’opera si pone come continuazione del discorso poetico iniziato con Naufrago il pensier mio del 2021, pubblicata da Graus Edizioni. L’interconnessione e la reciprocità fra queste due raccolte sono da leggersi soprattutto alla luce dei temi esplorati: il Tempo e la Scelta, che sono i due pilastri che caratterizzano anche la ricerca registica dell’autore. Il Tempo, all’interno del quale la Scelta opera, è inteso come qualcosa di biunivoco e di non ascrivibile all’interno delle categorie di bene e male. Esso semplicemente è quella cosa dalla quale si generano desideri e aspettative spesso in conflitto tra loro e che rendono, il tempo appunto, come qualcosa di spietato poiché promette ma poi spesso non riesce a mantenere. All’interno del suo corso spesso fluttuante, le cose del mondo disperdono i loro confini e di conseguenza conducono allo smarrimento. La scelta, che è la prova tangibile dell’essere nel tempo, appare in quest’opera, come qualcosa di lontano e di impossibile da compiersi o che compiendola bruci inevitabilmente tutte le altre possibilità. La condizione che unirebbe questi due momenti dell’essere, è da rintracciarsi nella volontà di poter abbracciare il tutto che le possibilità pongono in oggetto; salvo poi scontrarsi con le contingenze del tempo presente in cui questo tutto è visto nell’ottica di una visione materialistica. Il tempo e la scelta si pongono dunque come qualcosa che il poeta sente sfuggire, di secondo in secondo dalle proprie mani e che solo l’atto poetico è in grado di riunire. Anche nella scelta del titolo il poeta sembra quasi giocare con ironia tragica sulla sua condizione. Da un lato il tempo è qualcosa di minaccioso di cui la scelta è l’unica mossa da compiersi per restare in esso e per afferrare la vita, dall’altro è quasi un augurio che fa a se stesso di riuscire, sebbene le condizioni della nostra epoca spesso facciano presagire il contrario, a lanciare uno sguardo su un futuro in cui la Poesia è ancora possibile.
 
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Nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 4 Maggio 1995. Attualmente iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l’università statale di Milano. Comincia a muovere i primi passi d’attore presso il laboratorio teatrale permanente di Officina Teatro a Caserta dove viene diretto dal regista Michele Pagano in diversi spettacoli. Prosegue la sua formazione attoriale frequentando laboratori di alta formazione con i registi: Mimmo Borrelli, Armando Punzo, Roberta Nicolai, Pierpaolo Sepe, Silvio Peroni, Danio Manfredini e César Brie, Emma Dante, Davide Iodice, Adriana Follieri. Nel 2017 si trasferisce a Milano per frequentare il triennio di recitazione presso la Civica Scuola Paolo Grassi studiando varie discipline dello spettacolo con i maestri: Kuniaki Ida, Marco Maccieri, Massimo Navone, Marco Plini, Giampiero Solari, Maurizio Schmidt e Maria Consagra. Dopo il diploma debutta al Napoli Teatro Festival come attore in “Bufali e Leoni” di Pau Mirò tradotto da Enrico Ianniello con la regia di Giuseppe Miale di Mauro. Nell’estate del 2021 è finalista al premio Hystrio alla Vocazione. Allo stesso anno risale la pubblicazione del primo libro di poesie dal titolo “Naufrago il pensier mio” edito da Graus edizioni. Dal 2022 è attivo anche nel mondo del doppiaggio, prestando la sua voce nelle serie firmate Netflix “Vikings Valhalla” e “Deadwind”. Sempre Nel 2022 firma la sua prima regia con lo spettacolo “Giostra” di Michele Ruol con il quale vince l’edizione 2022 del premio Testinscena, spettacolo prodotto da AgemòTeatro con il sostegno della Fondazione Claudia Lombardi per il teatro e Campo Teatrale. Nel 2022 è assistente alla regia nello spettacolo Il Barone Rampante di Italo Calvino, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, con la regia di Riccardo Frati e contemporaneamente finalista al premio Fantasio con “Fame” di Francesco Bianchi, del quale firma la regia ed è semifinalista alla Biennale Teatro con lo spettacolo “L’estinzione dei panda” di Greta Cappelletti, firmando la regia e debuttando successivamente al Teatro del Borgo di Milano. Nel 2023 è socio fondatore della Compagnia AgemòTeatro.
 
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